Diario di Bordo Scoppa Frammenti di un patrimonio perduto di Anna de Fazio Siciliano

Anna de Fazio Sicilano con questo complesso libro si cimenta in vari argomenti che spaziano tra: archeologia, restauro architettura, urbanistica, ambiente e arte, ricche tematiche che l’autrice riesce a condensare in un unico prezioso libro dal titolo Diario di Bordo Scoppa Frammenti di un patrimonio perduto. Frammenti di un patrimonio perduto.

Formato: 15 x 21 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 64

Anno edizione: 2025

Contenuto

Un libro come il Diario di bordo Scoppa. Frammenti di un patrimonio perduto può giovare ad accrescere la consapevolezza di quanto il patrimonio diffuso e i suoi ‘travasi’, come quelli dalla Certosa di Serra San Bruno a Palazzo Scoppa, possano dirci della tormentata storia delle nostre terre e della ricchezza del nostro patrimonio culturale.

Salvatore Settis

“Puoi costruire qualcosa di bello anche con le pietre che trovi sul tuo cammino” (W. Goethe)


E questo diario finisce per diventare un esempio di come la vita, per lei e per le donne dopo di lei, possa ricominciare ogni volta che si prova a ricongiungere i propri “frammenti”.
“Siamo una terra invisibile, sotterranea, siamo la terra della bellezza nascosta tra le crepe”.

Con uno stile intimo, delicato e talvolta polemico, l’autrice del *Diario di bordo Scoppa. Frammenti di un patrimonio perduto* intraprende un viaggio narrativo volto a riannodare i fili spezzati della sua terra d’origine, la Calabria, operando al contempo un processo di riparazione interiore. L’opera si configura dunque come un atto di riscatto, tanto collettivo quanto personale. Tutto prende avvio in un insolito giorno nebbioso di maggio, quando il fortuito incontro con il Palazzo Scoppa, situato a Sant’Andrea sullo Jonio, accende in lei un’intensa scintilla creativa. Malgrado il pregio architettonico e la lunga storia che il luogo racchiude, esso si trova in condizioni di abbandono, una sorte condivisa con molti altri beni culturali del Meridione. Questo edificio ottocentesco, che un tempo apparteneva alla controversa figura della Baronessa Enrichetta Scoppa – protagonista di una cupa leggenda che l’autrice si mette in testa di indagare storicamente – è ignorato dal grande pubblico e conosciuto soltanto a livello locale. Gli abitanti di Sant’Andrea sullo Jonio, pur privi delle risorse necessarie per avviare un adeguato restauro o un piano di valorizzazione, si impegnano con dedizione a preservarne la memoria. Organizzano occasionali eventi culturali all’interno delle sue mura, mantenendo viva una fragile traccia del passato. Eppure, il Palazzo Scoppa meriterebbe ben altra sorte. L’edificio testimonia una storia ricca e complessa, fatta di eleganti logge, arredi preziosi e una collezione artistica di grande valore. Questo patrimonio trascurato spinge l’autrice – storica dell’arte – a intraprendere una ricerca approfondita attorno alla figura enigmatica di Enrichetta Scoppa e al palazzo stesso, nel tentativo di riportare alla luce le vicende e i segreti occultati dal tempo. L’esplorazione rivela rapidamente non solo nuove suggestioni narrative, ma anche intricati misteri. Inaspettatamente, emergono indizi che lasciano intuire l’esistenza di vecchi scandali capaci di cambiare la percezione della famiglia Scoppa. Questi si sommano alle difficoltà nell’ottenere accesso a documenti cruciali, che potrebbero fare chiarezza sulla controversa donazione del Palazzo. Qualora fossero svelati, tali documenti offrirebbero forse un’opportunità concreta per salvaguardare questo bene culturale. Tuttavia, la comunità locale dimostra una reticenza significativa verso i tentativi dell’autrice; persino le religiose che oggi risiedono nell’edificio sembrano celare verità scomode. Determinata ad andare oltre tali ostacoli, l’autrice adotta metodi non convenzionali. In forma anonima e con uno spirito investigativo, avvia una scrupolosa indagine sul campo e riesce persino a farsi ospitare in un piccolo appartamento all’interno del palazzo. Vivendo lì con il proprio fedele gatto, è convinta – sebbene in modo ingenuo – che questa posizione privilegiata le consentirà di catalogare gli oggetti superstiti e scoprire la verità intrappolata tra le mura. Ben presto la sua ricerca supera i confini del Palazzo Scoppa, portandola a esplorare luoghi lontani come gli archivi storici di Serra San Bruno e siti legati alla storia della famiglia. È fra polverosi documenti e registri dimenticati che emergono nuove verità scomode: negligenze istituzionali, sotterfugi e impedimenti burocratici hanno contribuito a ostacolare il riconoscimento storico del palazzo e, indirettamente, della Calabria stessa come territorio ricco di patrimonio culturale unico. Attraverso queste scoperte però, l’autrice intuisce che, nonostante l’oblio e l’apparente assenza di una memoria collettiva condivisa, permane spazio per la speranza e la rinascita. Scoprirà che persino dove mancano la memoria storica e il senso di identità civica esiste ancora una possibilità di redenzione. Niente è davvero perduto, nemmeno per una terra come la sua, che cela ogni forma di bellezza tra le sue crepe. Tutto può essere ricomposto attraverso la magia delle parole.

Questo diario finisce per diventare un simbolo di come la vita, per lei e per le donne che verranno dopo di lei, possa rinascere ogni volta che si cerca di riunire i propri “frammenti”.“Siamo una terra invisibile, sotterranea, siamo la terra della bellezza nascosta tra le crepe”.

Anna de Fazio Siciliano è storica e critica d’arte. Si è formata fra Bologna (Università Alma Mater) e Roma (Museo Galleria Borghese). Scrive per le principali riviste di settore (Finestre sull’Arte, Exibart, Art e Dossier). Ha pubblicato con Luigi Pellegrini Editore Il gusto Egizio (2021), con prefazione di Domenico Piraina, esito della collaborazione con la Direzione della Galleria Borghese, e con Rubbettino, una monografia dedicata a Giulio De Mitri, affermato artista contemporaneo, nel 2022. È in corso un’altra pubblicazione dedicata al Cammino del Normanno in Calabria.

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