Boschi verticali romani

Forse nessuno sa che proprio Roma e non Milano, negli ormai lontani anni ’60, fu la precorritrice dei ” Boschi verticali” o

Bosco verticale, a Milano, architetto Stefano Boeri

almeno come li ha rieditati Stefano Boeri a Milano in quelle due torri denominate “Bosco verticale” che primeggiano come rigenerazione della città. L’edificio del 1968 a via Bruxelles a Roma dell’architetto Venturino Ventura è forse uno tra i migliori esempi di questa suggestiva architettura che ha avuto un gran successo.

Si parla di un edificio non molto alto ma con soluzioni molto più pronunciate di quelle di Boeri, in particolare i balconi con vistose sporgenze tondeggianti e con bucature per grandi alberi che conferivano un aspetto surreale alla Magritte.

Purtroppo le foto che sono riportate non restituiscono l’autenticità di quando vennero realizzati gli edifici.
Non erano così spogli coma si vedono in foto ma avevano grandi piante e in quello di via Bruxelles c’era un alto pino che anche a vederlo rimaneva irrazionale immaginarselo nel prospetto dell’abitazione. Era così grande che non dava l’impressione che fosse piantato in quel piccolo balcone. In più era alto tre piani e trapassava un balcone da un buco che era già stretto per il fusto a quel tempo, non si capiva come fosse stato messo, sembrava appiccicato.
Tra le tante belle piante sul lato sinistro in alto c’era un albero piangente che adornava squisitamente un altro balcone. Andavo in pellegrinaggio per vedere questo spettacolo scenografico e non mi capacitavo che non ci fosse nessun altro a bocca aperta che guardava come me.
Esercitava un fascino surreale, una dimensione fiabesca, un po’ da casa delle fate, forse per questo molti, erroneamente, non lo prendevano sul serio, anzi c’era pure chi lo disprezzava, soprattutto gli architetti. Immaginatevi cosa poteva rappresentare per gli architetti e gli intellettuali in un periodo di aperta campagna contro i così detti “palazzinari” questo edificio costruito nel pieno di questo conflitto ideologico. In quei tempi gli storici consideravano architetto uno come Mario Fiorentino che ti faceva il serpentone, uno tra i tanti nomignoli del Corviale (1975-’84), le case per gli operai, per il popolo. Nell’ambito culturale architettonico ci si spendeva molto per le case popolari, il resto era visto con diffidenza e immaginatevi cosa poteva essere un architetto che costruiva nei quartieri bene di Roma. Con la mentalità di quel tempo Venturino Ventura a dir poco o era un borghese o più propriamente veniva considerato fascista; minimo minimo un nemico da eliminare, come di fatto è stato anche se adesso, di fronte al grossolano errore corrono ai ripari con goffe riabilitazioni.
Forse per questo, a fronte di una manutenzione probabilmente molto costosa, l’edificio di via Bruxelles è stato “abbandonato”, non sono state curate le piante al punto che adesso ne è spoglio come si vede nella foto.
Una concezione di costruzione da sogno, come la narrativa di Italo Calvino, tra il naif e l’assurdo con gli alberi sospesi in cielo come faceva René Magritte nei suoi quadri. Se fosse stato accolto bene dalla critica forse avremo avuto molto di più di un Bosco verticale di Boeri, ma è andata così.

costruito nel 1968 a via Bruxelles a Roma dell’architetto Venturino Ventura

Sotto sempre di Ventura si vede l’edificio che sta a via Montanelli a Prati, Roma. Da questa angolazione si nota la bucatura sotto il balcone per far passare un ramo del pino.

Venturino Ventura, via Montanelli a Prati, particolare del balcone con bucatura per ramo di pino.
Venturino Ventura edificio a via Montanelli a Prati

Bisogna anche dire che in quella zona e verso quartiere Trieste abbondavano, come anche adesso, costruzioni con molto verde sulle facciate in varie proposte, una più bella dell’altra.

Per dare un’idea sulla tendenza green , nell’edificio di fronte i balconi sono pieni di piante.

Edifici belli e molto raffinati che non volevano arrogarsi nessun titolo estetico forse per rispetto della privacy dei proprietari, sarà per questo che l’architettura urlata delle riviste o dei libri alla moda non gli hanno dato spazio, capolavori che probabilmente rischiano la cancellazione dalla cultura architettonica.

A riguardo fatevi un tour nei palazzi milanesi che hanno le facciate piene di piante verdi.

Per gli insaziabili, di seguito, c’è anche un video di un interno d’appartamento dell’edificio di via Bruxelles sopra citato.

Piero Gilardi oppera su parete

A tutto questo non poteva mancare Piero Gilardi (Torino 1942 – 2023), artista importantissimo e originale, mio ex mentore prima di essere sopraffatto dalla moda degli arredi con pareti verdi che da alcuni anni, più di dieci forse, si vedono in giro anche in locali popolari.

Tappeti-natura al MAXXI  Roma 2017

Esempio di arredo molto di moda prima citato

Come dicevo è diventata una moda l’inserimento di elementi con aspetti di richiamo alla natura con prati, fogliame, piante ecc. Alcuni di piante vere che vengono appositamente curate e altre finte come gli esempi riportati.

Pannello di prato o rampicante finto 50×50 trovato su internet prezzo euro 9,83

Indagando fuori dall’Italia scopriamo delle figure ingombrante nel campo dell’uso del green

Patrick_Blanc_Puteaux La Défense (Puteaux), Hauts-de-Seine
Mur_vegetal_avignon_jour1
Laie_CaixaForum_Madrid Herzog & de Meuron Patrick Blanc

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